L’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, la minaccia nucleare di Mosca, le reazioni alle sanzioni inflitte dall’Unione Europea, hanno riacceso il dibattito sulla difesa militare dei singoli Paesi e sulla necessità di una difesa comune europea.

Non ha dubbi Roberta Pinotti, Presidente della Commissione Difesa del Senato della Repubblica, prima donna a ricoprire la carica di Ministro della Difesa in Italia (dal 2014 al 2018), che ospite del think tank giuridico Dialoghi ha spiegato che: «Oggi, con un’Europa messa a rischio da una guerra nel cuore del continente il tema della difesa europea è fondamentale. Credo ci siano le necessità storiche e ci possono essere, anche, le condizioni politiche».

La senatrice del Partito Democratico invita l’Italia, nella persona delle sue più alte cariche a farsi promotore di un’azione politica: «Vorrei che l’Italia invitasse a Roma gli altri Capi di Stato e di Governo. Quella sull’esercito europeo è una decisione che va presa ad un livello più alto di quello dei soli Ministri della Difesa. Un’iniziativa di questo tipo va nella stessa direzione della bussola strategica militare (Strategic Compass) approvata dal Consiglio UE».

Per la Pinotti il modello è il disegno di legge del 1952, primo firmatario Alcide De Gasperi, firmato poi da tutti i ministri del suo Governo, che prevedeva l’istituzione della Comunità Europea di Difesa (CED) un esercito europeo gestito da un Ministro Ruropeo della Difesa.

Il testo, molto articolato, e che per Pinotti andrebbe ripreso che prevedeva tutto. Prevedeva addirittura l’istituzione di un’assemblea politica che poteva assumere le decisioni e normava anche gli ambiti specifici delle funzioni nazionali delle singole forze armate.

L’ex Ministra della Difesa fuga ogni dubbio di infattibilità del progetto: «Se Francia, Germania, Spagna e Italia che da sole sono più del 70% della difesa europea e sono quelle che, seppur con alti e bassi, ci hanno creduto di più decidono di fare una cooperazione rafforzata in materia di difesa possono dare una spinta molto forte e poi altri Paesi seguiranno».

Un chiaro invito, quello dell’attuale Presidente della Commissione Difesa al Senato, ad accelerare in maniera decisa verso  la costituzione di una difesa comune europea e che passerà, anche, dal risultato del ballottaggio che eleggerà il prossimo Presidente della Repubblica francese con l’europeista Macron in vantaggio al primo turno rispetto alla sfidante, l’euroscettica, Marine Le Pen.